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      Benché mandasse alcuni passi innanzi a battergli la via uno de' suoi cavalieri, il quale spiava se ci fossero insidie, o se giungessero nemici, pure andava egli stesso guardandosi a destra e a sinistra, cercando di penetrare con lo sguardo ogni siepe, alzandosi di tempo in tempo su le staffe per veder dietro i muri dei campi, piegandosi per vedere dietro ogni cappelletta, volgendosi di tempo in tempo a vedere dietro le spalle, e affisando da lontano chiunque veniva, perché poteva essere un nemico, o il sicario nascosto di un nemico.
      Alla metà circa della via, incontrò egli una caravana di carretti e di pedoni, e li riconobbe da lontano per quelli che erano veramente cioè pescivendoli che tornavano da Milano dopo avere smaltita la loro merce, e che camminavano di conserva per assicurarsi dai masnadieri. Esaminando però attentamente ogni persona della caravana, a misura che gli passava dinanzi, gli parve di riconoscere una donna, che si stava accosciata sur un carretto, coperta il capo d'un fazzoletto rannodato sotto il mento, la quale veggendo venire armati guatava con una curiosità mezzo spaventata. Egidio la mirò più fisamente, s'avvide che s'era apposto, che era dessa, e si rallegrò pensando che a Monza troverebbe un impiccio di meno nell'esecuzione del suo mandato.
      Era la nostra povera Agnese che avendo in vano aspettato le lettere o almeno imbasciate promesse dal Padre Cristoforo, impaziente di venire in chiaro del come andassero le cose, qual partito si dovesse finalmente pigliare; tornava al paese, per saperne qualche cosa, per dare nello stesso tempo una occhiata alla casa ed alle masserizie.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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