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      - Sempre politico il Padre Provinciale, - disse in suo cuore, il Conte. - Eh già gli sanno cavare dal mazzo. - E tosto rispose ad alta voce:
      «Ecco il fatto, Padre molto reverendo. Questo padre Cristoforo non le ha dato più volte da pensare per cavarlo da impegni in cui s'era posto per poca prudenza, e per voglia di accattar brighe? Dica liberamente, non è un cervello un po' caldo?»
      - Ho inteso, - disse fra sè, il Padre - è un impegno: Benedetto Cristoforo! ma bisognerà sostenerlo. - E rivolgendosi al Conte rispose, indirettamente al solito:
      «Liberamente, com'Ella desidera le dirò che il nostro Padre Cristoforo, l'ho sempre conosciuto per buon religioso, esemplare, zelante, e nei suoi doveri di cappuccino irreprensibile».
      - Ah! Ah! - disse ancora fra sè il Conte - bisogna dunque tirarti con gli argani! - E con le labbra disse al Padre: «Ella sa pure che siamo amici, e fra noi non si deve parlare politicamente. Io sono informato molto bene che questo religioso è un po' inquieto, ama di comprarsi le quistioni, e di cozzare con le persone di qualità. Cose che non vanno bene, non vanno bene, Padre molto reverendo: Ella conosce il mondo, e m'insegnerà che queste cose non vanno bene».
      - È tutta mia colpa, - disse sempre in soliloquio il Padre; - doveva pensare che quel benedetto Cristoforo con quel suo fuoco mi avrebbe strascinato in qualche impiccio: lo sapeva che era un uomo da far girare di pulpito in pulpito, e da non lasciar mai quieto per tre mesi in un convento vicino a case di signori.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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