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      Lucia a questa proposta rimase sopra di sè, poiché allontanarsi dal monastero, andarsene soletta per un paese che era per lei come l'America, era un gran pensiero: fece adunque come si fa ordinariamente quando non si vorrebbe aderire ad una proposta: si mise a discuterla, per poter conchiudere che non era la sola cosa da potersi fare: disse che la Signora avrebbe potuto trovare altre persone fidate e discrete, domandò schiarimenti, volle sapere più addentro come la commissione fosse necessaria, e come essa fosse la sola che la potesse eseguire. Ma la Signora memore sempre della scuola di Egidio, mostrò prima di offendersi, rispose ancor più misteriosamente alle domande, lagnandosi di Lucia che pretendesse farle rivelare ciò ch'ella non poteva, e che non volesse fidarsi di chi senza un interesse, per pura pietà si prendeva tanta cura di lei; e conchiuse finalmente col dire: «Sono ben io la buona donna a pigliarmi di questi travagli: si tratta di voi, finalmente; io me ne lavo le mani: ho fatto ancora più ch'io non dovessi». Lucia commossa in un punto di vergogna e di timore, stava per piangere; e la signora vedendola arrivata a quel punto, ripigliò il suo discorso, la sgridò più amorevolmente, la rimproverò di poco coraggio; le promise che non le sarebbe mai mancata se ella avesse avuta fede in lei; e infervorata com'era nell'impresa di tradire la poveretta per servire lo scellerato Egidio, con ipocrisia sfrontata le disse che pensasse ai rimproveri che ella farebbe un giorno a se stessa di avere per irresolutezza, per infingardaggine rifiutato il mezzo della salute, e rovinata se stessa, la madre, e l'uomo a cui ella s'era promessa.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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