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      «In casa di galantuomini, vicino a casa vostra», rispose il malandrino.
      «No no», disse ancora Lucia: «lasciatemi andare».
      «Ma se questo è contra i nostri ordini», rispose un altro.
      «Chi vi può dare questi ordini?» domandò Lucia: «ricordatevi della giustizia, ricordatevi dell'inferno, ricordatevi della morte».
      «Pensieri tristi», replicò quello dal fazzoletto: «voi ci volete far malinconia, e noi vi conduciamo a stare allegra».
      «Santissima Vergine ajuto!» gridò Lucia, ma il malandrino con volto iracondo le protestò che s'ella gridava un'altra volta, il fazzoletto sarebbe rimasto sulla sua bocca fino a ch'ella fosse giunta al luogo destinato. E sforzandosi d'esser garbato aggiunse: «già siamo vicini: parlerete con chi può comandare: noi siamo servitori che facciamo il nostro dovere: è inutile che ci diciate le vostre ragioni».
      «Oh per amore di Dio, della Madonna», riprese Lucia in tuono supplichevole, con voce interrotta da singulti, e senza pur pensare ad asciugare le lagrime, che le rigavano tutta la faccia: «per amore di Dio, lasciatemi andare: io sono una povera creatura, che non vi ha mai fatto male: vi perdono quello che mi avete fatto, e pregherò Dio per voi: se avete anche voi una figlia, una moglie, una madre, qualche persona cara a questo mondo, pensate quello che patirebbero se fossero in questo stato: pensate all'anima vostra; fate una buona opera che vi può salvare: fatemi questa carità, acciocché Dio vi usi misericordia, lasciatemi qui».
      «Non possiamo» risposero tutti e tre; commossi alquanto da quel lamento.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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