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      Ad un tempo, molti dei principali della città uniti con lui in occulta società di atroci consigli e di funeste faccende, poiché videro le faccende già accordate e avviate rimanersi a mezzo abbandonate da lui, s'apposero tosto ch'egli aveva cangiato vita, né poterono disconoscere l'autore d'un tanto cangiamento. E dovettero pure avvertirlo alcuni principi stranieri che da lontano avevano adoperato quest'uomo a qualche grande uccisione, e gli avevano più volte mandati ajuti, e ministri: ma sospesi andavano fantasticando la cagione del cangiamento; fin che fu loro manifestata dalla fama. Io, siccome non avrei voluto per ingrandire il fatto aggiungervi nulla del mio; così non debbo pure toglier fede a ciò che è toccato con mano. Vidi io stesso poco dopo quell'uomo ancora in salda e rubesta vecchiezza; non aveva dell'antica ferocia che i vestigj e le marche con che la natura manifesta le inclinazioni e le pecche d'ognuno: ma queste marche stesse apparivano temperate e quasi coperte dalla recente mansuetudine: e indicavano una natura disciplinata e vinta, come da una forza poderosa».
      Le notizie, che si ricavano da questo passo, quantunque ravvolte in termini tanto generali, ci sono sembrate adatte a supplire almeno in parte alla scarsezza del nostro autore, il quale dopo aver eccitata tanta curiosità su quel personaggio e sulla sua conversione, non ne accenna altro effetto che la liberazione di Lucia; forse perché gli altri gli sono paruti estranei al suo racconto, o fors'anche perché a parlarne, gli conveniva rimescolare più maneggj, e toccare più persone che non comportasse la sua squisita prudenza.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Lucia