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      Il disegno di salvare un uomo debb'essere uno di quelli che danno in sommo grado all'animo di chi l'ha conceputo e lo sta eseguendo questa alacrità, questo vigore intenso, questa gioja crescente. La morte e lo scampo, le angosce estreme, e un sollievo inaspettato, i tormenti, e il riposo, un cadavero sfigurato in cui nulla più appare che l'insulto fatto all'immagine di Dio, e l'aspetto d'un vivente che si ricompone alla speranza, alla vita, alla riconoscenza, debbono essere incessantemente presenti a quell'animo, fargli sentire vivamente che l'una delle due sta per avverarsi; intendere tutte le sue potenze a fare che il bene s'avveri, e sia cessato lo spaventoso irreparabile.
      La porta, quando la carrozza vi si fermò, era in uno stato miserabile: i gangheri in parte scassati fuori del muro, le imposte scheggiate, ammaccate, forzate nel mezzo e scombaciate l'una dall'altra, lasciavano tra loro una fessura dalla quale si vedeva un pezzo di catenaccio torto e quasi divelto con gli anelli, che teneva ancora insieme quelle imposte, a un di presso come già Romolo Augustolo teneva insieme l'impero d'occidente. Dinanzi a questa porta si tenzonava tuttavia tra quelli che volevano abbatterla ed entrare di forza, e gli altri che volevano ch'ella fosse aperta soltanto al gran cancelliere. L'arrivo di questo, attestando in certo modo l'assenso della folla alla sua missione, e facendone vedere il compimento probabile e vicino, sconcertò i disegni violenti dei primi, i quali finalmente si rimasero.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Dio Romolo Augustolo