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      La proposta divenne l'oggetto d'una discussione generale: il crocchio si suddivise in piccioli crocchj, dove altri narrava fatti di tiranni, altri proponeva i mezzi di porre ad esecuzione il disegno di Fermo, altri faceva obiezioni. Intanto il sole era caduto, il barlume andava cedendo il luogo alle tenebre, e molti stanchi già di deliberare, e non raffigurando più la faccia dei loro interlocutori (cosa che scema molto il diletto del conversare) si spiccavano a uno a due a tre; e se ne andavano con la promessa di rivedersi. Quei che s'erano aggruppati intorno a Fermo, ed erano i più affetti al suo disegno, si separarono quando uno ebbe detto; «Buona sera, io vado a casa»: «anch'io», disse un altro: «anch'io, anch'io: a rivederci domani: da buoni fratelli: non mancate: addio: addio: buona sera, buona sera».
      Fermo, rimaso solo pensò ai casi suoi. Quando si dice che l'amore, le speranze, i timori, lo sdegno, l'ambizione, ed altri divertimenti di simil genere, tolgono la fame, la sete, la stanchezza, si deve intendere che le tolgono temporariamente, che le sospendono, perché a torle realmente e in modo utile, sono necessarj ingredienti di tutt'altro genere, come per esempio, cibo, bevanda, riposo. Fermo aveva passata vegliando la notte antecedente su un barroccio disagiato, la mattina su la via da Monza a Milano, e il resto di quel giorno a girare per le vie, o a dimenarsi per la calca; aveva mangiati in tutto il giorno due di quei pani che aveva trovati su le sue orme come la manna nel deserto, e di liquido non aveva gustato pure una goccia.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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