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      L'uomo era in angoscia: pensava che non v'era da perder tempo, che il pericolo cresceva, che il tragitto sarebbe stato rischioso, e che il miglior modo di farlo sicuramente era di condurre Fermo con la persuasione. Gli diede quindi la lettera, dicendo: «ecco ch'io mi fido di voi; ma abbiate giudizio, venite con buona maniera che sarà meglio per voi; quando sarete riconosciuto per un galantuomo, sarete messo tosto in libertà: è un affare di mezz'ora. Andiamo, da bravo». Così detto aprì la porta, e precedette il corteggio. Fermo non avendo più nessun pretesto d'indugio, gli tenne dietro, e i birri fecero la retroguardia. Scesa la scaletta, il notajo fece un cenno ai birri, e disse a Fermo: «abbiate pazienza, fanno il loro dovere»; e mentre gli proferiva questa bella parola, i birri afferrarono, l'uno la destra l'altro la sinistra di Fermo, e le allacciarono con certi strumenti, che (per quell'uso comune d'ingentilire le cose col nome) si chiamavano manichini, ed erano congegnati in modo che colui che gli aveva intorno ai polsi era fortemente tenuto senza che apparisse alcun segno di violenza; e il tenuto e il tenente potevano parere due amici che passeggiassero stretti per la mano.
      «Che tradimento è questo?» sclamò Fermo, «a un galantuomo par mio!...» Ma i due amici stringendo i manichini gli fecero sentire che con essi si poteva non solo tenere un rassegnato, ma ancora martoriare un ricalcitrante; e nello stesso tempo il notajo, raccomandando ai birri di non far male a quel povero giovane, cercava di persuaderlo con buone parole.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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