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      Fermo vide che fin tanto che egli si trovava solo con quei tre, era follia il competere, fece la gatta morta, e disse: «andiamo».
      - Andiamo - soggiunse fra sè, - e vedremo se quei fratelli di jeri son tutti morti.
      «Andiamo», disse il notajo, con un volto tutto grazioso: «fidatevi di me che vi voglio bene; e voi», continuò rivolto ai birri, «non lo stringete, è un buon figliuolo e mi preme; andiamo quietamente», disse ancora a Fermo, «non fate vista di nulla, non guardate né a destra né a sinistra, e nessuno s' accorgerà di quello che è, e voi conserverete il vostro onore, nessuno potrà rinfacciarvi che siete stato nelle mani della giustizia; e a momenti sarete in libertà».
      Il fine di quella ammonizione era di persuader Fermo a lasciarsi condurre tranquillamente, ma l'effetto ch'ella produsse invece fu di far sentire sempre più a Fermo, che si temeva di lui, e delle circostanze, e di determinarlo ad approfittarne. Non si vuol dire per questo che Fermo fosse più accorto del notajo: ohibò: ma è destino di quelli che vanno al disotto, ed hanno paura, che tutte le parole ch'essi dicono per ajutarsi, dieno lume ed animo all'avversario.
      Usciti nella via, Fermo tra i due birri, e il notajo dietro, Fermo cominciò tosto a gettare la testa a destra e a sinistra, guardando con ansia se v'era da sperare ajuto. «Giudizio, giudizio», diceva il notajo, a bassa voce, accostandosi a Fermo: «non vi fate scorgere, l'onore, figliuolo, l'onore». I birri intanto affrettavano il passo tirando Fermo e ripetendo, «andiamo, andiamo». La via formicolava di gente, e Fermo cercava di rallentare il passo per osservare quelli che andavano, e venivano, e per udire se non si parlava più nulla delle cose del giorno antecedente, per accertarsi se la disposizione degli animi era affatto mutata.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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