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      Quando intese «forni, pane, Ferrer, giustizia, abbondanza», e vide una brigata di otto o dieci che gli veniva incontro, e che i birri volevano schifare, portandosi nel mezzo della strada, alzò la voce e scotendo le braccia e il capo gridò: «Ohe! fratelli! mi menano su; e non ho fatto niente: solo perché jeri ho gridato: pane e abbondanza: non mi abbandonate, fratelli: patisco per la patria: son legato; ad uno per volta vi faranno la stessa festa: fratelli, date uno scappellotto a costoro che mi stringono le mani: ahi! ahi! sono un galantuomo, non ho fatto niente di male».
      La brigata si fermò sulla via, ma i birri stringendo pur Fermo, lo strascinavano nel mezzo, e affrettavano il passo: la brigata allora si volse, e si divise, altri a fianco, altri dietro guardando pure e ascoltando: quegli che erano sparsi nella via accorrevano, e si faceva folla. Il notajo tutto tremante, cercava di rimandare quegli che gli si avvicinavano, dicendo: «è un malandrino, un ladro colto sul mestiere, che svaligiava la casa d'un pover uomo». Ma intanto tutti quelli che venivano dalla parte ove il corteggio doveva passare, accorrevano, e si fermavano, di modo che la via si trovò sbarrata. Fermo predicava tuttavia, domandando misericordia: i birri sul principio comandarono, poi chiesero, poi pregarono i sopravvegnenti che dessero il passo: ma i più lontani cominciarono a mormorare, quindi a fremere, quindi ad urlare: i più vicini, parte per buona volontà, parte spinti, urtavano i birri, i quali dopo aver fatto indarno ogni sforzo per tenersi insieme, e per non lasciare la preda, furono separati dalla folla, dovettero abbandonare i manichini, e non cercarono più che a perdersi nella moltitudine per uscirne salvi.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Ferrer Fermo