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      Quetata un poco la paura, sorsero nel suo cuore mille pensieri di rimprovero, mille di sollecitudine per l'avvenire, e quindi mille proponimenti che il lettore s'immaginerà facilmente. Con questa trista compagnia passando di viottolo in viottolo, di casolare in casolare, chiedendo la strada di tempo in tempo, e cercando di stare più vicino che poteva alla maestra, senza toccarla mai, dopo aver fatte forse quindici miglia, senza essersi allontanato più distante dalla città da cinque o sei, cominciò a sentire fortemente gli stimoli della fame: e avendo veduto nella botteguccia d'un villaggio alcuni pani, ben diversi da quei bianchissimi che il giorno antecedente aveva trovati sulle sue orme, ne comperò con uno di quei pochi quattrinelli che gli rimanevano, e proseguì il suo cammino. Finalmente, dopo averne fatto altrettanto, e non rimanendo più che due ore di giorno, egli sentì di nuovo la fame, e per giunta la stanchezza: e la sollecitudine di porsi in salvo diede luogo al desiderio di cibo e di riposo. Vedeva Fermo da qualche tempo attraverso i campi e le piante un campanile, e presolo per meta si avviò direttamente verso quello. Giunto al paese, (Fermo non ne sapeva il nome, ma era veramente Gorgonzola) vide che era posto su la strada maestra, stette in forse un momento di tornarne fuori; ma alla fine il bisogno vinse. - Non saranno venuti a cercarmi fin qui: - diss'egli fra sè: - e qui nessuno mi conosce.
      Col conforto di questa riflessione, entrò in una osteria per ristorarsi con qualche cibo, e per riposarsi, seduto però, e fin che durava il giorno; perché ai letti ed alle notti dell'osteria aveva preso orrore, e all'ultimo si sarebbe piuttosto accontentato di dormire al sereno, sotto un noce, in un campo.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Fermo Fermo Gorgonzola