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      I conservatori della sanità lo riseppero da una donna che si moriva per avere avuto di quella abilità; e non poterono fare altro che concepire un gran sospetto per l'avvenire. Ben presto ogni più tristo sospetto cominciò ad avverarsi: la più parte dei sequestrati nel lazzeretto s'infermarono, e tutti coi medesimi tremendi segnali; e molti di essi morivano in poco d'ora. Lo stesso accadeva di quando in quando in varj quartieri della città, o per comunicazioni avute colla gente di quella casa funesta, o per nuovo arrivare d'uomini dalle parti del contado dove la peste era più diffusa. Ma le nuove di quegli accidenti giungevano al tribunale, tarde per lo più, incerte, contraddette. Il terrore del lazzeretto aguzzava tutti gl'ingegni, e faceva sormontare ogni altro terrore: si dissimulavano gli ammalati, si occultavano i cadaveri, si procuravano false attestazioni. Quegli poi che avevano ottenuto l'intento di evitare il lazzeretto, o la quarantena in casa, e di conservare le robe dei congiunti o degli ospiti loro, cadevano poi talvolta repentinamente nelle vie, nelle chiese soprappresi dalla peste, e manifestavano in se stessi il malore che insensatamente avevano voluto nascondere in altri. Il tribunale avvertito, faceva portare gl'infermi e i sospetti al lazzeretto, e sequestrare gli altri nelle case.
      Ma lo schiamazzare che si faceva contra quel tribunale non è da dirsi: i suoi atti erano oggetto di amara censura e di derisione; le persone oggetto di avversione e di disprezzo. A volerlo ora dopo due secoli, giudicare con discrezione, bisogna vedere ciò ch'esso poteva fare per distornare la peste, o per diminuirne il guasto; e ciò che fece.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802