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      Allontanò tosto di casa con un ordine finto del padrone, l'altro servo; e corse al posto più vicino di monatti. Ivi, tratti in disparte due che erano suoi conoscenti e insieme dei più scellerati, propose ad essi una occasione di dividere spoglie opime. Quegli accettarono prima d'intendere le condizioni: ma il Griso le espresse tosto; non si trattava d'altro che di venire a prendere Don Rodrigo, e di portarlo al lazzeretto. Dieder tosto di mano ad una bussola, delle quali era provvigione a quel posto, se la caricarono, e seguirono il Griso.
      Don Rodrigo stava con l'orecchio teso, spiando ogni romore per sentire se il chirurgo giungeva; e questo sforzo d'attenzione sosteneva alquanto il vigore delle sue membra, sospendeva il senso del male, e teneva in sesto la sua mente. Tutto ad un tratto intese egli uno squillo acuto, continuo, che si avvicinava: erano le campanelle che i monatti portavano legate ai piedi a foggia di sproni. Un orrendo sospetto corse al suo pensiero; si levò egli a sedere in furia; e in quel momento sentì la chiave girar nella toppa, e vide aprirsi, entrare i monatti, col Griso.
      «Ah traditore! via canaglia!» urlò Don Rodrigo; e tosto si gettò dall'altra parte per afferrare le pistole che teneva appese a fianco del letto. Ma un monatto gli fu sopra, lo fece raccosciare sul covile, gli tenne le mani, e gridò con un orribile ghigno di collera:
      «Ah! birbone! contra i ministri del tribunale!»
      «Tienlo ben saldo», disse il compagno, «finché lo portiamo via: egli è frenetico».


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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