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      ..» Ma mentre egli parlava, la finestra era stata chiusa.
      «Quella signora! una parola, una parola!» gridò Fermo, ma non ebbe risposta.
      Costernato da un tale annunzio di sventura, smanioso del non aver potuto né pur conoscere quanta ella fosse, incerto qual fosse il più pronto mezzo per trovar conto di Lucia, se insister quivi con preghiere o con minacce, o andare a dirittura al lazzeretto, Fermo stava appoggiato alla porta, tenendo la mano sul martello, talvolta lo alzava, per picchiare alla disperata, poi pentito, lo riteneva, lo stringeva nella mano come se volesse storcerlo, come per isfogare la sua passione. In questa agitazione, egli per quell'istinto che in qualunque angustia muove l'uomo a cercar soccorso all'uomo, si rivolse alla strada, per vedere se mai gli cadesse sott'occhio qualche vicino, a cui chiedere informazione, indirizzo, consiglio. Ma quel che vide fu una vecchia, dietro a lui forse a venti passi, la quale con un volto che esprimeva terrore, odio, impazienza e malizia, sbarrando la bocca come se volesse gridare, ma tenendo anche il respiro, sollevando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinze e adunche, come s'ella traesse a sè qualche cosa, accennava manifestamente di voler chiamar gente in modo che un qualcheduno non ne fosse avvertito. Alla guardatura della vecchia, Fermo s'accorse tosto ch'egli era quel tale; e più stupito che atterrito dal vedersi oggetto di tante passioni, voleva gridare: «che diamine...», quando la vecchia, vedendo ch'egli s'era accorto di lei, e disperando di poterlo sorprendere, lasciò uscire il grido che aveva compresso fin allora: «Ajuto!


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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