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      Lo troverò colui, e se la peste non ha fatto già una giustizia...»
      «E se lo trovi?» disse il padre, con una gravità fatta più severa e quasi sdegnosa.
      «Non è più il tempo», continuò Fermo, sempre più cieco di collera, «non è più il tempo che un poltrone coi suoi bravi, coi suoi giudici, coi suoi amici prepotenti faccia tremare: è venuto il tempo che gli uomini s'incontrino da solo a solo...»
      «Sciaurato!» gridò il padre Cristoforo, con una voce che aveva ripigliata tutta l'antica pienezza e sonorità: «sciaurato!» e il suo capo gravato sul petto s'era sollevato, le guance si coloravano dell'antica vita e gli occhi mandavano le antiche faville. «Guarda, sciaurato!» e così dicendo, mentre con una mano stringeva e scoteva forte la mano di Fermo, girava l'altra distesa in cerchio dinanzi a sè, verso la scena dolorosa che li circondava. «Guarda chi è Colui che castiga! Colui che giudica, e non è giudicato! Colui che percote e che perdona! Ma tu, verme della terra, tu vuoi far giustizia! Tu sai, tu, quale sia la giustizia? Va, sciaurato, vattene! Io sperava... sì, ho sperato che, prima di morire, Dio m'avrebbe data questa consolazione di sentire che la mia povera Lucia fosse viva, forse di vederla, e di sentirmi promettere ch'ella manderebbe una preghiera là verso quella fossa dov'io sarò. Va; tu m'hai tolta la mia speranza. Dio non l'ha lasciata in terra per te; e tu, certo non hai l'ardimento di crederti degno che Dio pensi a consolarti. Avrà pensato a lei; poiché ella era di quelle anime a cui son riservate le consolazioni eterne.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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