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      «E voglio farle il corredo», aggiunse all'orecchio del Padre a cui aveva fatto cenno di avvicinarsi.
      «Dio vi benedica», le rispose il buon vecchio.
      «E tu», disse poi a Fermo, «che stai qui tardando? il tempo, come vedi, si fa più nero, e la notte si avvicina: affrettati di cercare un ricovero».
      Convien dire ancora ad onore di Fermo, che in quel momento non gli doleva tanto lo staccarsi da Lucia appena trovata, è vero, ma ch'egli contava di riveder presto, quanto dal Padre Cristoforo, che restava lì a morire.
      «Ci rivedremo, padre?» disse il buon giovane.
      «Se Dio vorrà, e quando Egli vorrà» rispose il frate, vincendo una commozione che andava crescendo. «Va, va che non c'è tempo da perdere».
      Fermo, disse con voce accorata; riverisco, al Padre che lo benedisse, e gli strinse la mano: disse addio a Lucia e alla vedova, sopprimendo un: - a rivederci presto -, che gli veniva su le labbra; poi spiccatosi in fretta, partì.
      «Vi raccomando l'una all'altra, buone creature», disse, il frate; e fece atto pure di andarsene: ma nel dare a Lucia uno sguardo di commiato, vide nell'aspetto di lei mista alla commozione una grande inquetudine; s'avvisò tosto di ciò che poteva esserne la cagione, e disse: «Di che state inquieta?»
      «Quell'uomo...!» disse Lucia.
      «Poveretto!» rispose il frate, «non è più in caso di far paura a nessuno: non lo vedrete più, siatene certa. Pure», soggiunse, dopo d'aver pensato un momento, «per ogni altro evento, sarà meglio ch'io vi raccomandi a qualcheduno dei nostri».
      Così detto, uscì, girò un poco in ronda, finché trovò un capuccino, e condottolo alla capanna, gli mostrò le due donne, e gli disse: «sono due derelitte; vi prego di averne una cura particolare.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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