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      .. notizia.
      «L'ho veduto io pur troppo», disse Lucia, raccapricciando ancora al ricordarsene. Don Abbondio volle sentire il racconto, si fece ripetere molte circostanze, e quando fu ben certo che Don Rodrigo era veramente passato all'altra vita, mise un gran respiro, i suoi occhi s'animarono, tutti i lineamenti del suo volto si spiegarono come un fiore che sbuccia al raggio di primavera.
      «È morto!» sclamò egli: «Oh provvidenza! provvidenza! Ecco se Domeneddio arriva certa gente. È morto senza successione, per un giusto giudizio, e anche per un gran benefizio della provvidenza; perché se colui avesse lasciato gente della sua razza, bisognerebbe dire: è morto un buon cavaliere: peccato! un degno gentiluomo. Così, si può finalmente dire il suo cuore. Ah! Non c'è più quel burbero, quel soperchiatore, quello spaventacchio. Questa pestilenza è stata un flagello, figliuoli, un flagello; ma è stata anche una scopa: ha spazzato via certa gente, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più: birboni, freschi, verdi, vigorosi, che sperare di far loro le esequie, sarebbe stata una prosunzione peccaminosa; si sarebbe detto che il prete destinato ad asperger loro la cassa stava ancora facendo i latinucci; e in un batter d'occhio sono iti: requiescant. Ah!... Ma, che facciamo noi qui», soggiunse poi, come ravvedendosi, «qui in piedi, in questo andito? venite figliuoli, venite nella mia saletta; venga signora mia, ben venuta in queste parti; andiamo a sedere, e a discorrere tranquillamente dei fatti nostri.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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