Pagina (314/798)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lor signori hanno la forza: a lor signori tocca.
      – Avete ancora molta gente in casa?
      – Un visibilio.
      – E quel vostro avventore cosa fa? Continua a schiamazzare, a metter su la gente, a preparar tumulti per domani?
      – Quel forestiero, vuol dire vossignoria: è andato a letto.
      – Dunque avete molta gente... Basta; badate a non lasciarlo scappare.
      Che devo fare il birro io?
      pensò l'oste; ma non disse né sì né no.
      – Tornate pure a casa; e abbiate giudizio, – riprese il notaio.
      – Io ho sempre avuto giudizio. Vossignoria può dire se ho mai dato da fare alla giustizia.
      – E non crediate che la giustizia abbia perduta la sua forza.
      – Io? per carità! io non credo nulla: abbado a far l'oste.
      – La solita canzone: non avete mai altro da dire.
      – Che ho da dire altro? La verità è una sola.
      – Basta; per ora riteniamo ciò che avete deposto; se verrà poi il caso, informerete più minutamente la giustizia, intorno a ciò che vi potrà venir domandato.
      – Cosa ho da informare? io non so nulla; appena appena ho la testa da attendere ai fatti miei.
      – Badate a non lasciarlo partire.
      – Spero che l'illustrissimo signor capitano saprà che son venuto subito a fare il mio dovere. Bacio le mani a vossignoria.
      Allo spuntar del giorno, Renzo russava da circa sett'ore, ed era ancora, poveretto! sul più bello, quando due forti scosse alle braccia, e una voce che dappiè del letto gridava: – Lorenzo Tramaglino! – , lo fecero riscotere. Si risentì, ritirò le braccia, aprì gli occhi a stento; e vide ritto appiè del letto un uomo vestito di nero, e due armati, uno di qua, uno di là del capezzale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Renzo Lorenzo Tramaglino