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      – Va bene: e quanto c'è?
      – Fate conto che, tanto a un luogo, come all'altro, poco più, poco meno, ci sarà sei miglia.
      – Sei miglia! non credevo tanto, – disse Renzo. – E già, – e già, chi avesse bisogno di prendere una scorciatoia, ci saranno altri luoghi da poter passare?
      – Ce n'è sicuro, – rispose l'oste, ficcandogli in viso due occhi pieni d'una curiosità maliziosa. Bastò questo per far morir tra' denti al giovine l'altre domande che aveva preparate. Si tirò davanti il piatto; e guardando la mezzetta che l'oste aveva posata, insieme con quello, sulla tavola, disse: – il vino è sincero?
      Come l'oro, – disse l'oste: – domandatene pure a tutta la gente del paese e del contorno, che se n'intende: e poi, lo sentirete –. E così dicendo, tornò verso la brigata.
      Maledetti gli osti!
      esclamò Renzo tra sé: "più ne conosco, peggio li trovo". Non ostante, si mise a mangiare con grand'appetito, stando, nello stesso tempo, in orecchi, senza che paresse suo fatto, per veder di scoprir paese, di rilevare come si pensasse colà sul grand'avvenimento nel quale egli aveva avuta non piccola parte, e d'osservare specialmente se, tra que' parlatori, ci fosse qualche galantuomo, a cui un povero figliuolo potesse fidarsi di domandar la strada, senza timore d'esser messo alle strette, e forzato a ciarlare de' fatti suoi.
      – Ma! – diceva uno: – questa volta par proprio che i milanesi abbian voluto far davvero. Basta; domani al più tardi, si saprà qualcosa.
      – Mi pento di non esser andato a Milano stamattina, – diceva un altro.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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