Pagina (488/798)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Benone: ti racconterò poi tutto.
      – Sì, sì; con comodo.
      Messo poi subito in tavola, la padrona andò a prender Lucia, ve l'accompagnò, la fece sedere; e staccata un'ala di quel cappone, gliela mise davanti; si mise a sedere anche lei e il marito, facendo tutt'e due coraggio all'ospite abbattuta e vergognosa, perché mangiasse. Il sarto cominciò, ai primi bocconi, a discorrere con grand'enfasi, in mezzo all'interruzioni de' ragazzi, che mangiavano ritti intorno alla tavola, e che in verità avevano viste troppe cose straordinarie, per fare alla lunga la sola parte d'ascoltatori. Descriveva le cerimonie solenni, poi saltava a parlare della conversione miracolosa. Ma ciò che gli aveva fatto più impressione, e su cui tornava più spesso, era la predica del cardinale.
      – A vederlo lì davanti all'altare, – diceva, – un signore di quella sorte, come un curato...
      – E quella cosa d'oro che aveva in testa... – diceva una bambinetta.
      – Sta' zitta. A pensare, dico, che un signore di quella sorte, e un uomo tanto sapiente, che, a quel che dicono, ha letto tutti i libri che ci sono, cosa a cui non è mai arrivato nessun altro, né anche in Milano; a pensare che sappia adattarsi a dir quelle cose in maniera che tutti intendano...
      – Ho inteso anch'io, – disse l'altra chiacchierina.
      – Sta' zitta! cosa vuoi avere inteso, tu?
      – Ho inteso che spiegava il Vangelo in vece del signor curato.
      – Sta' zitta. Non dico chi sa qualche cosa; ché allora uno è obbligato a intendere; ma anche i più duri di testa, i più ignoranti, andavan dietro al filo del discorso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Lucia Milano Vangelo