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      – Ah! – esclamò Lucia, riscotendosi, – io non ci devo pensar più a quel poverino. Già si vede che non era destinato... Vedete come pare che il Signore ci abbia voluti proprio tener separati. E chi sa...? ma no, no: l'avrà preservato Lui da' pericoli, e lo farà esser fortunato anche di più, senza di me.
      – Ma intanto, – riprese la madre, – se non fosse che tu ti sei legata per sempre, a tutto il resto, quando a Renzo non gli sia accaduta qualche disgrazia, con que' danari io ci avevo trovato rimedio.
      – Ma que' danari, – replicò Lucia, – ci sarebbero venuti, s'io non avessi passata quella notte? È il Signore che ha voluto che tutto andasse così: sia fatta la sua volontà –. E la parola morì nel pianto.
      A quell'argomento inaspettato, Agnese rimase lì pensierosa. Dopo qualche momento, Lucia, rattenendo i singhiozzi, riprese: – ora che la cosa è fatta, bisogna adattarsi di buon animo; e voi, povera mamma, voi mi potete aiutare, prima, pregando il Signore per la vostra povera figlia, e poi... bisogna bene che quel poverino lo sappia. Pensateci voi, fatemi anche questa carità; ché voi ci potete pensare. Quando saprete dov'è, fategli scrivere, trovate un uomo... appunto vostro cugino Alessio, che è un uomo prudente e caritatevole, e ci ha sempre voluto bene, e non ciarlerà: fategli scriver da lui la cosa com'è andata, dove mi son trovata, come ho patito, e che Dio ha voluto così, e che metta il cuore in pace, e ch'io non posso mai mai esser di nessuno. E fargli capir la cosa con buona grazia, spiegargli che ho promesso, che ho proprio fatto voto.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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