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      Passato quel pezzo, sentì gridare: – o quell'uomo! – e guardando da quella parte, vide poco lontano, a un terrazzino d'una casuccia isolata, una povera donna, con una nidiata di bambini intorno; la quale, seguitandolo a chiamare, gli fece cenno anche con la mano. Ci andò di corsa; e quando fu vicino, – o quel giovine, – disse quella donna: – per i vostri poveri morti, fate la carità d'andare a avvertire il commissario che siamo qui dimenticati. Ci hanno chiusi in casa come sospetti, perché il mio povero marito è morto; ci hanno inchiodato l'uscio, come vedete; e da ier mattina, nessuno è venuto a portarci da mangiare. In tante ore che siam qui, non m'è mai capitato un cristiano che me la facesse questa carità: e questi poveri innocenti moion di fame.
      – Di fame! – esclamò Renzo; e, cacciate le mani nelle tasche, – ecco, ecco, – disse, tirando fuori i due pani: – calatemi giù qualcosa da metterli dentro.
      – Dio ve ne renda merito; aspettate un momento, – disse quella donna; e andò a cercare un paniere, e una fune da calarlo, come fece. A Renzo intanto gli vennero in mente que' pani che aveva trovati vicino alla croce, nell'altra sua entrata in Milano, e pensava: "ecco: è una restituzione, e forse meglio che se gli avessi restituiti al proprio padrone: perché qui è veramente un'opera di misericordia".
      In quanto al commissario che dite, la mia donna, – disse poi, mettendo i pani nel paniere, – io non vi posso servire in nulla; perché, per dirvi la verità, son forestiero, e non son niente pratico di questo paese.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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