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      Tiratolo sull'uscio della capanna, ch'era a settentrione, il frate riprese: – Senti; il nostro padre Felice, che è il presidente qui del lazzeretto, conduce oggi a far la quarantina altrove i pochi guariti che ci sono. Tu vedi quella chiesa lì nel mezzo... – e, alzando la mano scarna e tremolante, indicava a sinistra nell'aria torbida la cupola della cappella, che torreggiava sopra le miserabili tende; e proseguì: – là intorno si vanno ora radunando, per uscire in processione dalla porta per la quale tu devi essere entrato.
      – Ah! era per questo dunque, che lavoravano a sbrattare la strada.
      – Per l'appunto: e tu devi anche aver sentito qualche tocco di quella campana.
      – N'ho sentito uno.
      – Era il secondo: al terzo saran tutti radunati: il padre Felice farà loro un piccolo discorso; e poi s'avvierà con loro. Tu, a quel tocco, portati là; cerca di metterti dietro quella gente, da una parte della strada, dove, senza disturbare, né dar nell'occhio, tu possa vederli passare; e vedi... vedi... se la ci fosse. Se Dio non ha voluto che la ci sia; quella parte, – e alzò di nuovo la mano, accennando il lato dell'edifizio che avevan dirimpetto: – quella parte della fabbrica, e una parte del terreno che è lì davanti, è assegnata alle donne. Vedrai uno stecconato che divide questo da quel quartiere, ma in certi luoghi interrotto, in altri aperto, sicché non troverai difficoltà per entrare. Dentro poi, non facendo tu nulla che dia ombra a nessuno, nessuno probabilmente non dirà nulla a te. Se però ti si facesse qualche ostacolo, dì che il padre Cristoforo da *** ti conosce, e renderà conto di te.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Senti Felice Felice Dio Cristoforo