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      Da quattro giorni è qui come tu lo vedi, senza dar segno di sentimento. Forse il Signore è pronto a concedergli un'ora di ravvedimento; ma voleva esserne pregato da te: forse vuole che tu ne lo preghi con quella innocente; forse serba la grazia alla tua sola preghiera, alla preghiera d'un cuore afflitto e rassegnato. Forse la salvezza di quest'uomo e la tua dipende ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione... d'amore!
      Tacque; e, giunte le mani, chinò il viso sopra di esse, e pregò: Renzo fece lo stesso.
      Erano da pochi momenti in quella positura, quando scoccò la campana. Si mossero tutt'e due, come di concerto; e uscirono. Né l'uno fece domande, né l'altro proteste: i loro visi parlavano.
      – Va' ora, – riprese il frate, – va' preparato, sia a ricevere una grazia, sia a fare un sacrifizio; a lodar Dio, qualunque sia l'esito delle tue ricerche. E qualunque sia, vieni a darmene notizia; noi lo loderemo insieme.
      Qui, senza dir altro, si separarono; uno tornò dond'era venuto; l'altro s'avviò alla cappella, che non era lontana più d'un cento passi.
      CAPITOLO XXXVIChi avrebbe mai detto a Renzo, qualche ora prima, che, nel forte d'una tal ricerca, al cominciar de' momenti più dubbiosi e più decisivi, il suo cuore sarebbe stato diviso tra Lucia e don Rodrigo? Eppure era così: quella figura veniva a mischiarsi con tutte l'immagini care o terribili che la speranza o il timore gli mettevan davanti a vicenda, in quel tragitto; le parole sentite appiè di quel covile, si cacciavano tra i sì e i no, ond'era combattuta la sua mente; e non poteva terminare una preghiera per l'esito felice del gran cimento, senza attaccarci quella che aveva principiata là, e che lo scocco della campana aveva troncata.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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