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      Questi polipi sono moltissimi, completamente bianchi, ed aventi una apertura bucale circondata da otto tentacoli, che rassomigliano molto a otto petali di un fiore sbocciato regolarmente; forma che fu la causa della opinione relativa del conte Marsigli. La sostanza carnosa o scorza che è comune a tutti i Polipi, è attraversata da una moltitudine di canaletti o di vasi che comunicano colla cavità digestiva dei polipi, mentre la sua parte interna segrega del Carbonato di Calce, mescolato ad una materia colorante rossa che costituisce l'asse pietroso o parte solida e dura del Corallo.
      Dettovi in generale della organizzazione del Corallo, voglio ora dirvi le particolarità, i dettagli delle singole parti che vi ho indicato. Per studiarle occorre osservare il Corallo vivente, e per far ciò, è bene collocare in un recipiente di acqua di mare, che sempre si rinnovi, un ramo di Corallo, al calore da 12 a 15 gradi. Costituendo in questo modo un aquario, si possono veder bene aprirsi i creduti fiori, cioè gli animaletti estendere le loro otto braccia o tentacoli. Quando un ramo di Corallo ben vivente viene osservato al momento che si tira fuori dall'acqua, lo si vede contratto e coperto di protuberanze mammellonari, con pieghe e solchi profondi. Ogni protuberanza corrisponde ad un polipo, e alla sommità ha otto pieghe raggianti intorno ad un poro centrale che ha l'apparenza di una stella. Se il Corallo è vivente, è questo poro che aprendosi e dilatandosi a poco a poco fa uscire il polipo.


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Spugne e Coralli
di Pietro Marchi
Editore Treves Milano
1870 pagine 25

   





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