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      È la scorza la parte vivente per eccellenza, ed è essa sola che produce il Corallo quale viene in commercio. Quali sono gli elementi contenuti nella scorza? Son questi: Una sostanza jalina cellulare; delle fibre contrattili che danno appunto alla scorza la sua contrattilità; son dei vasi grandi e piccoli in quantità considerevole intralciati fra loro (fig. 8); sono finalmente delle masse cristalline vivamente colorate disseminate qua e là, e chiamate spicule, scleriti, o corpuscoli calcarei (fig. 11). I vasi comunicano fra loro e con la cavità stomacale dei polipi, e, come diceva di sopra, formano più superficialmente una rete a maglie ineguali, più profondamente uno strato di tubi paralleli. Questi vasi contengono un fluido trasparente e incoloro, con delle piccole granulazioni e incompleti corpuscoli calcarei, il quale fluido altro non è che un fluido nutritizio che fu impropriamente chiamato latte del Corallo. I corpuscoli o spicule son grandi da cinque a sette centesimi di millimetro, di forme angolose speciali, e accumulate: esse costituiscono la parte pietrosa del Corallo. Queste si trovano anche nella scorza, ma unite a molta materia animale, ed è perciò che sembrano giallastre e come matton pesto nella scorza secca e polverulenta. Studiata la scorza del Corallo, vediamo il polipaio o la parte pietrosa. Non importa dire quanto fosse erronea l'opinione di quelli che pretendevano che il Corallo non acquistasse la sua durezza che fuori dell'acqua, deducendo ciò dalla mollezza e flessibilità delle estremità dei rami.


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Spugne e Coralli
di Pietro Marchi
Editore Treves Milano
1870 pagine 25

   





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