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      I marinai son quasi tutti Italiani ed essendo in media da 6 a 12 per ogni barca, raggiungono in totale la cifra di 4000.
      Generalmente han cattiva reputazione i marinai destinati alla pesca del Corallo, per la ragione che le fatiche, le privazioni, i disagi essendo così grandi, così prolungati, nessuno vi si piegherebbe fuori di persone che altrove o in altro modo non trovassero mezzo di vivere. Le loro paghe in contanti rappresentano un capitale complessivo di due milioni di lire, il loro vitto di un milione e centodiciottomila lire. Gli attrezzi diversi 1,544,000; le spese tutte, un capitale complessivo di 5,934,000 lire.
      Questa somma si spende fra ben 6000 persone cioè fra marinari, fabbricanti di reti, di corde, di pasta, di biscotto, fabbri, sensali, ecc. In parte poi è erogata per le spese di patente di consolato, di magazzinaggio, spedizione, trasporti, malattie, interpreti, non che per il diritto di pesca sulle coste di Africa e di Corsica, che come vi ho detto di sopra si paga alla Francia in lire 400 per ogni barca.
      Considerate tutte queste spese, una barca corallina, per sopperire alle spese annue necessarie, deve pescare chilogrammi 200 di Corallo, che a lire 60 il chilogrammo danno lire 12 mila. Si calcola che una barca in media renda circa ventimila franchi. Il Corallo introdotto annualmente nel Regno d'Italia ascende a chilogrammi 160 mila del valore di 9 milioni e 600 mila lire. In commercio il Corallo greggio ha varie denominazioni. Si distingue prima di tutto in vivo e morto.


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Spugne e Coralli
di Pietro Marchi
Editore Treves Milano
1870 pagine 25

   





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