Pagina (25/232)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Generale, l'accettai da Garibaldi col patto di rinunciarvi e di seguirlo appena ripigliate le armi.
      - Comunque, dovete restar qui finché l'opera vostra sia compiuta. Un soldato più o meno non conta. Sarebbe un delitto lasciar perire l'Istituto.
      - Non soffrirà per la mia assenza. Esso va coi suoi piedi. Basta mi nominiate un successore.
      - Ciò che non farò punto.
      - Generale, io non sono militare.
      - Avendo assunto il comando dell'Istituto, siete nell'elenco dei capi di corpo, e avete il grado di colonnello.
      - Ma, generale, non supporrete, spero, che io abbia preso sul serio questo grado. Vedete, sono ancora un borghese: quando indosserò la camicia rossa ciò sarà come un soldato.
      - Dio! che Dio mi dia pazienza! egli esclamava fremendo nell'adempimento d'ingrati doveri che lo tenevano lontano dal campo ove anelava di trovarsi. Tutti, ripigliò, impazzarono. Ecco qua la centesima rinunzia ricevuta nelle sei ultime ore. Rimanete al vostro ... posto ... Capite l'italiano?
      - Bene, generale, accordatemi un permesso di tre giorni. Se il dittatore respingerà la mia preghiera, vi prometto che mi riavrete qui.
      - Andate al dittatore o al d...
      - Grazie, generale.
      Tornai in gran premura all'Istituto, col proposito d'irmene possibilmente la sera. E per fermo non mitigò la mia brama l'incontro della brigata Dunne che scendeva alla marina.
      Preceduto dalle notizie, mi vennero presentate le dimissioni degli uffiziali e dei sotto-uffiziali.
      Qui mi casca l'asino. Come indurli a desistere, quand'io mi accingo a lasciarli?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





Garibaldi Istituto Istituto Dio Istituto Dunne