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      O Rossi! rasentate la costa, dirigetevi sulla punta del Faro. Così egli comandava in dialetto genovese.
      Rossi, genovese, capitano di mare, sedeva al timone della prima barchetta occupata dal colonnello Muss..., da Libero Stradivari, da Ergisto Bezzí e da me.
      Manovrando su e giù lungo la linea, il Generale stabiliva le distanze fra barchetta e barchetta, fra squadra e squadra, e ammoniva i timonieri. Egli più a mare di noi diresse la propria lancia alla punte del Faro, disegnando una retta, e vi arrivò mentre la mia barchetta spuntava dall'ultima estremità di Cariddi, e si affacciava al nostro sguardo lo spettacolo del doppio mare.
      - O Rossi!
      - Generale!
      - Puntate la prora su Alta Fiumara. Vicino a terra piegate a destra. Approdino tutti sulla vostra sinistra.
      E volgendo la parola al corpo di spedizione:
      - A voi l'onore di precedermi. L'impresa è ardita, ma ho fede in voi. Vi conosco a prova. Ci rivedremo fra poco.... E intanto la piccola armata gli sfilava davanti.
      Suonavano le dieci. La brezza notturna increspava leggermente il mare; le correnti dello stretto ci spingevano alquanto fuori della bocca del canale, onde timoneggiando verso il punto fisso, l'avventurosa flottiglia formava un arco stupendo, che io dalla mia barca in testa di colonna vedevo mano mano disegnarsi. La notte era stellata e senza vento, e fantastici volumi di nuvole coprendo la luna, spandevano una oscurità propizia sul nostro passaggio. Il timoniere coll'acuto occhio marinaro aveva a tutta prima ravvisati due legni borbonici della crociera, i quali, passando sotto l'Alta Fiumara, muovevano alla volta di Scilla.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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