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      Io gli stavo ritto di dietro ed eranmi ai lati Liborio Romano e Bertani, quando abbracciato con islancio e stretto la testa fra le mani ed il seno palpitante d'una giovane e vezzosa gentildonna fui baciato e ribaciato sulle labbra. Io non mi opposi per non parere scortese. Indi proruppi con gemito:
      - Signora, ahimè! ma questi è Garibaldi.
      Nelle Calabrie avanzavano tuttavia intatti ventimila borbonici fra Monteleone e Cosenza. Il generale Viale aveva divisato di contrastarci il varco difficile di Monteleone: però, temendo che gli sbandati sopravvegnenti da Mileto involgessero nell'istesso disastro la sua brigata, rinunciò al disegno e si ritrasse. Noi godevamo il fresco sotto gli ulivi giganteschi delle pianure di Gioia. Un frettoloso messaggiero portò la notizia a Garibaldi, che la sera sarebbe sbarcato a Nicotera un colonnello regio con proposte di capitolazione. La Masa, Basso ed io saliti in carrozza col generale si corse a Nicotera.
      - La dedizione del nemico, io osservai, con doppie forze delle nostre, con posizioni vantaggiose, e a trenta miglia da noi, stimo il maggior miracolo della campagna. Fors'esso impaurì delle truppe disciolte.
      - Potrebbe sottrarsene, obbiettò Garibaldi, accelerando la ritirata verso Napoli. Deve senza dubbio scendere a patti, perché i bravi Calabresi gli avranno nuovamente precluso il passo.
      Un fiumicello diramato in due o tre rivi impedì a mezza strada l'avanzarsi della carrozza. Valicato il primo rivo saltando da un ciottolone all'altro, ci mancò il beneficio dei ciottoloni nel secondo e nel terzo, ed il generale La Masa opinò di retrocedere per tentare miglior guado.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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