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      Il sindaco, sbirciatomi in un baleno, non mostrossi molto entusiasta di me, e me ne accorsi da una leggera e velocissima contrazione che sorpresi sull'angolo destro della sua bocca. Certamente egli immaginò un uffiziale superiore splendido di ricami d'oro, algerina di cachemire bianco sulle spalle, stivali alla scudiera e speroni affibbiati, onde riluceano le sale del palazzo d'Angri. Ma disgraziatamente io non ero che luogotenente, avevo un cappellino nero conforme a quello di Garibaldi, fatto rossastro dal sole e dalle rugiade notturne, tutto gualcito perché mi servì di guanciale durante la campagna; avevo un paio di calzoni di panno grigio e una tunica rossa annerita all'ingiro dalla cintura della spada e con larghe macchie di terra e d'erba.
      - Il signor sindaco, proseguì Bertani, giunse testè apportatore della triste novella che a Forio d'Ischia scoppiò una forte sommossa a favore del governo caduto, la quale egli opina si dilati e possa mettere sossopra tutta l'isola. Con grave pericolo remigò sin qui per chiedere al governo aiuto immediato, un uffiziale energico che comandi, mezzi sommari; per offerirsi ad ogni sbaraglio, e promettere l'uso della propria influenza nella parte liberale, sorpresa e battuta, ma coraggiosa e capace d'alte prove se soccorsa in tempo. Il dittatore non dissimulò il turbamento cagionatogli dalla inaspettata notizia, e dopo breve silenzio disse: - Manderò A. M.; e ci licenziò. Egli ti attende per darti le debite istruzioni. E, rivolto al sindaco, soggiunse: - Si affidi a questo uffiziale, e vedrà in poco d'ora sbarbato ogni segno di ribellione nell'isola.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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