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      Pure non mi riesciva di capacitarmi come mai il sindaco immaginasse d'ingannare così goffamente il governo e me, e di farci strumenti per la sua riconferma di tiranno di Forio. Non volli giudicarlo sovra un'accusa, veridica nell'insieme ma ostile nello spirito, e tenendo conto delle osservazioni del secondo oratore, m'affiatai in singolare colloquio con parecchie persone avverse e favorevoli all'accusato. E conobbi che la città, divisa d'antico, soggiaceva alle influenze rivali di due famiglie, la famiglia B... e la famiglia R..., che il B..., uomo di molte lettere, di più gagliardo animo e più opulento degli R..., comeché questi gli soprastassero per nobiltà di casato e per l'affezione del popolo, ottenuto l'uffizio di sindaco, assunse anche il grado di comandante della guardia perché non l'avesse qualcuno degli R..., temendo il rivale armato; non rinunciò alla carica di sindaco perché intollerabile a lui la dipendenza, quale comandante della guardia, dal padre degli R... sindaco inevitabile. Conobbi che il messo spiccato il mattino dal signor B... recava istruzioni affinché, tenuta occulta la mia venuta, gli amici di lui al mio ingresso in città mi circondassero in attestato di onoranza, impedissero che altri m'avvicinasse, mi ragguagliassero a loro modo sugli eventi, mi spiegassero i segni sicuri di animavversione popolare contro essi e contro il B... quali riprove della reazione, e m'inducessero a riaffidare le due spade al B... come provvedimento eccezionale consigliato dalla situazione.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





Forio