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      Alcuni cappelli tignosi allineati sul lastrico imploravano con tacita favella l'obolo al passeggiero, e qualche mano pia distribuiva il rame raccolto ai rispettivi proprietari. Altri parlava, altri discuteva, altri chiamava, altri guariva, altri cantava; tumulto assordante e perpetuo.
      La popolazione ci accolse lietissima, e il signor X..., il più opulento e riputato dei cittadini, ci aperse le sue case ospitali.
      Il tenente colonnello Nullo venne munito dal dittatore di piena potestà civile e militare nella provincia, per cui l'intendente De Luca affrettossi ad ossequiarlo ed a profferirsigli ai comandi. Alto della persona, bell'uomo, energico, fiero, reprimeva faticosamente l'ingenita baldanza al cospetto di Nullo più fiero di lui, e in pochi istanti infastidito della sua facondia romorosa e soffocante. Con voce metallica e profonda e con gesto soggiogatore, l'intendente descrisse le sue recenti scorrerie militari in Isernia, le peregrine prove di valore, gli atti virili di repressione, il salutare tremore incusso, e sigillò la virtuosa istoria col fatto della ritirata, secondo me, consanguinea della fuga; gemella della ritirata di Senofonte, secondo lui.
      - Ciò poco monta, sorse a dire Nullo; siete disposto, signor intendente, a riadunare i vostri commilitoni e a seguirmi?
      - Veramente, colonnello, gl'interessi amministrativi della provincia...
      - Bene, bene, riprese Nullo con sottile, ma visibile sogghigno, provvedetemi d'ambulanze e di viveri che invierete senza indugio a Boiano.
      Frattanto il capitano Zasio, che, pari al Medoro dell'Ariosto,


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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