Pagina (201/232)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E narrarono che altri trovossi sul colle di Pettorano, altri all'osteria, e Pietro con lo stato maggiore. Appresi adunque che il battaglione regio e le due ali cafoniche marciavano da Isernia in arco di cerchio, di forma che la sinistra toccando il monte di Carpinone e la destra investendo la pendice di Pettorano, il battaglione nel centro figurava in seconda linea, e che intanto un secondo corpo di gendarmi uscito dalla opposta porta d'Isernia, per celati sentieri irruppe su Pettorano di fianco, appoggiato dalla manovra simultanea della mentovata ala destra. Quest'ultima operazione eseguitasi mentre il comandante e noi del suo seguito si assaliva a cavallo il battaglione del centro, i difensori di Pettorano, avviluppati da due fuochi, separati da Nullo, che avrebbeli coll'esempio trattenuti o tratti in opportuno luogo, diedero volta a passo accelerato. La discesa sulla consolare e il ricongiungimento con gli amici furono loro vietati dalla presenza di ben tremila cafoni in armi, i quali, sbucati dai versanti esterni della doppia riga di monti e calativi per primi, preclusero da tergo il passaggio.
      Laonde la scarmigliata colonna, offesa per ogni verso, arrampicossi sulle scoscese sommità con un filo di speranza di ridursi almeno in parte a salvamento. In questo mezzo, riedeva Nullo per difendere Pettorano, ma, pervenuto all'osteria, grosso nerbo di gendarmi e di cafoni dalle finestre e all'aperto, lo accolse con un fuoco micidiale. Ricostituita, in mezzo alle palle borboniche, la retroguardia, già trabalzata dall'osteria, e le guide, con ripetuta irruzione saggiarono indarno di schiudersi il varco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





Pettorano Pietro Isernia Carpinone Pettorano Isernia Pettorano Pettorano Nullo Nullo Pettorano