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      - Ecco il fatterello analogo! proruppe Caldesi, provocando la risata degli amici con codesta sua frase ripetuta ad ogni passaggio erudito che io, per aprirgli la vena faceta, andava con istudiata frequenza innestando nelle nostre conversazioni.
      E proseguì: - Generale, i disastri di Caiazzo e d'Isernia sono le tinte scure che danno risalto alla luce delle vostre vittorie, e provano che si vince solo quando voi guidate.
      - Fistolo! io esclamai. Non ti sapevo così perito nell'arte del cortigiano. Sembri un gentiluomo di camera di Luigi XIV!
      - Altro fatterello analogo! replicò egli distraendo, col gradito ritornello, l'attenzione dal suo inusitato volo pindarico.
      - Il vostro infortunio, notò con gravità il marchese Trecchi, largamente riparò per vostra consolazione il vincitore di Macerone, che il generale nell'ultimo proclama c'invita ad accogliere come fratello.
      Ed io di ripicco: - Fratello d'Abele.
      E il marchese: - Malignità di repubblicano!
      - Si vedrà... Intanto voi non potrete negare che la sua entrata in casa nostra senza picchiare alla porta, e il bando del re di Sardegna ai popoli delle Sicilie non siano un insulto al liberatore ed ai liberati. Il re dichiara d'intervenire, non già chiamato da quello o da questi, ma da alcuni municipi e da alcuni notabili, per rimettere l'ordine.
      Garibaldi, alzatosi, troncò la discussione, che principiava a scottare, con queste parole: - Farini scrisse il bando, e il re l'avrà firmato in buona fede, senza leggerlo. E se ne andò.
      Il mattino appresso un aiutante venne ad annunciargli che la divisione Bixio lo attendeva nel primo cortile del palazzo.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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