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      Noi abbiamo di già detto che l'Italia è il paese del canto, della Musica. Di fatti nell'Italia avvengono quasi tutte le più grandi scoperte musicali. A Napoli fu eseguita nel 1646 la prima Opera seria e regolare che la Musica conti; per opera del Cavalli e del Cicognini incominciò la tendenza di porre in accordo la Musica colla Poesia; le sinfonie furono create dallo Scarlatti; l'aria, venne perfezionata dal Leo e dallo Scarlatti, come il Carissimi riformò il recitativo, imperocché prima l'aria ed il recitativo confondevansi sovente, non avendo un chiaro carattere che ponesse le differenze; la Musica strumentale venne perfezionata dal Corelli; i finali furono inventati dal napoletano Logroscino, detto il Dio dell'Opera buffa; e molte altre scoperte importantissime si fecero, che io ora non rammento e che quasi non accade dire, tanto è noto il nome nostro nella Musica. Ora, come abbiamo veduto, appresso un Popolo sì musicale come l'italiano, e che vive non pure nel suo intimo, ma bene anche nella Natura esteriore, non poteva signoreggiare altro che il libero canto del cuore, la facile, spontanea ed abbondante melodia, la quale tendenza si scorge eziandio nelle nostre Musiche che più si adoperano a vestire il carattere drammatico. L'Italiano è inceppato dalla servitù che gl'impone la Poesia, e di tanto in tanto scappa fuori come il prigioniero, e vuol cantare come gli detta l'animo suo, senza porre mente al Dramma tirannico.
      La Scuola tedesca per contrario si compiace delle armonie e di una pedantesca determinazione drammatica.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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