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      I colori delle bollicine di sapone son veri, belli e gentili, laddove quelli di M. Scudo sono falsi, sconci e goffi. I Francesi in generale non fanno uso di Critica con molta profondità come gli Alemanni, ma sono cotanto spiritosi, e ripieni d'immaginazione sì vivace, ch'è un vero diletto ad udirli. Essi ti pongono dinanzi un lavoro di Arte alla guisa di un grazioso quadro fiammingo, e poi l'esaminano intrecciando mirabilmente all'assennattezza delle riflessioni il solluchero di uno stile sempre vivo e snello. Questo fare sì spontaneo e mellifluo rende i Francesi capacissimi a popolarizzare alcune idee di non facile intendimento. Essi operano a questo modo, ed operano bene, perché la loro natura li conduce a ciò. Ma M. Scudo nato in Italia, e divenuto un Francese a posticcio, trovasi bilicato in alto in un punto neutro, in cui egli finisce di essere Italiano, e non comincia a divenir Francese. E se gli vogliam pure concedere qualche cosa, lo possiamo comparare a quel rozzo giovanotto della provincia, il quale volendo far la scimmia a' galanti zerbini della città, si adatta al collo una grande cravatta rossa, si appende alla carlona un abito che non bene gli si attaglia, e sfolgorante di goffi colori dondola per le strade, guardandosi la persona tutta, e girando d'attorno lo sguardo per vedere qual viso faccia la gente a quel nuovo portento di venustà. Così M. Scudo prendendo ad imitare i Francesi riesce uno scrittore pieno di ampolle e di sdolcinature. Facciamo caso ch'egli vi parli del Rossini.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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