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      Né il Verdi pone in obblio tal cosa, e nel predetto Recitativo, quando Rigoletto additando la propria di mora, in cui soleva ridursi colla figliuola, esclama - Ma in altro uomo qui mi cangio - una nota affettuosa vien su nel mezzo a quel Recitativo quasi prosastico. Alcuni pedanti si scagliano contro il Verdi, e gli danno del corruttore pel capo, perché egli introduce nella Musica la forma di cui abbiamo parlato. Noi abbiamo esposto di sopra le nostre idee intorno alla nuova Scuola italiana, e soggiunto che la Musica venuta al punto di voler determinare la passione e unificarsi col Dramma, deve di necessità prendere le forme che il Verdi le ha dato. Onde questo grande Maestro nell'adoperare pel Recitativo una forma che volge al discorso parlato, ha inteso molto lodevolmente, ed ha determinato a maraviglia la nuova e necessaria tendenza della Musica. Vogliamo solamente osservare che non è da credere esser questo il carattere di tutti i suoi Recitativi, sì bene l'ultima e più precisa determinazione a cui esso sia pervenuto nel modo di scrivere il Recitativo. Né poteva essere altrimenti. Io son d'opinione che ogni Maestro non solo percorra un tirocinio innanzi di pervenire a formarsi nettamente uno stile, ma ancora che peni buono spazio di tempo a raggiungere la predetta perfezione, durante il quale tempo è forza che il suo stile proceda indeciso. Il Rigoletto a noi sembra una di quelle Musiche ove lo stile del Verdi abbia raggiunta la sua maggior determinazione, ove è più frequenza di pezzi drammatici, e il canto individualizzato, e però dal Rigoletto abbiamo tratto il nostro esempio.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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