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      Del pari nella Miller il Verdi tra la varietà de' canti non mai si solleva dalla misura di un soggetto campestre, e crea canti mestissimi, ma sempre ripieni di dolce e tenera mestizia. Sempre nel Dramma deve essere accennato questo sentimento generale, di sorta che l'animo del personaggio non si potrà mai di tanto fermare nelle sue esclusive passioni, che non ritorni per il medesimo mezzo all'universale idea del Dramma. E che questa idea debba rampollare insino dalle radici di que' canti, che all'apparenza sembrano starle di gran lunga discosti, non cade dubbio alcuno. Se in un Dramma fosco e terribile è per avventura una creatura che ama soltanto, e tutta raccolta nel pensiero del suo amore, si sente star lieta ovvero che le par bello e pieno di dolcezza il mondo, l'Artista deve mostrare dietro alla spontanea confidenza di questa giovanetta la catastrofe che si va addensando, e però sotto a' suoi teneri canti deve serpeggiare una inconscia mestizia, e lo strumentale accennare alla procella che sta per rompere attorno. Ma il Verdi in qual modo effettua questa fusione del carattere coll'idea signoreggiante il Dramma? Ad un canto egli dà il carattere individuale, non ponendo nota, non una frase che non sia conforme a quel carattere: il sentimento generale poi vien significato sotto quel carattere, sia perché lo strumentale ce lo va dipingendo qua e là, ora con un tocco ora con un altro, come ancora perché il Verdi con arte intima e spontanea, la quale appena si può definire pur con parole efficacissime, sa sposare in una istessa melodia que' due elementi.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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