Pagina (153/218)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le note messe su' primi due versi rivelano il raccapriccio, la rabbia e l’inacquetato pensiero di vendetta di un'anima feroce, che rammenta della madre tratta al rogo con violenza: nei due seguenti, sopra Urli di gioja e cinta di sgherri, sono note che esprimono lo schiamazzo del popolo, ed insieme l'ira di chi lo narra : sul quinto verso ritorna l'istesso sentimento de' primi due, epperò le istesse note: sinché nell'ultimo, in una nota ascensiva e tenuta, vien quasi dipinto l'alzarsi della fiamma al cielo. In tutto il canto serpeggia poi sempre un'aura trista, fosca, luttuosa, un sentimento sinistro e ferale. Voi vi accorgete che colei che descrive a quel modo la morte della madre, nutre un cuore su cui quella scena stampò un'orma foriera di gravi sciagure. Dopo la ballata un breve recitativo su note basse e cupe ne dice, che da una funesta storia l'Azucena trae l'argomento della sua canzone; e le parole, mi vendica, ripetute su lugubre suono, ne avvertono dell'arcano pensiero ch'ella persegue, e che le lasciò in retaggio la genitrice morendo. Ecco una ballata ove il carattere non può venire meglio definito. Ed appresso a questa vieppiù risalta il difetto di quella semplice, amena e leggiera canzone, ripetendo la quale il popolo scende alle valli.
      Alla ballata tien dietro il racconto che Azucena fa a Manrico, ove l'arte del Verdi e la sua inspirazione ci fanno meravigliare, e tanto più, che resero varia e bellissima una lunga narrazione. Il sentimento che abbiamo veduto dominare l'animo di Azucena è la fierezza, ch'ella invano tenta celare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





Urli Azucena Azucena Manrico Verdi Azucena