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      Il Conte sopraggiunge. Leonora si torce negli ultimi aneliti della vita, ed invoca la grazia del Cielo: il Conte non osa levare la sua voce, e fra se esclama :
     
      Ah volle me deludereE per costui morir,
     
      con cui ligano di nuovo Leonora e Manrico il pianto di sopra; il quale crescendo sempre ed essendo accompagnato da strumentale bellissimo, dinota che quelle due anime non vorrebbero giammai dividersi, provando in quell'istante fatale tutta la disperazione della morte. Sinché Leonora col nome di Manrico sulle labbra cade, ed a lui abbracciata muore. Manrico è tratto al ceppo, e volgendo alla madre un addio doloroso scompare: Azucena si desta, intende il caso, svela al Conte che Manrico era suo fratello, e questi rimane colpito di orrore. Con tale scena termina il quarto atto, miracolo dell'Arte e dell'inspirazione.
      Io credo esser vano dimostrare l'unità del quarto atto, il sentimento generale che v'è sparso, e la determinazione che tengono i caratteri, scorgendosi dall'analisi che abbiamo fatta de' vari pezzi tutte queste leggi della Musica drammatica propriamente detta. Il Verdi stende sull'avvenimento dell'atto quarto un velo tenebroso, ed i canti teneri, amorosi e disperati de' due amanti, i canti squallidi di Azucena, e quelli, starei per dire, rabbiosi del Conte gli avvolge in un manto sempre tetro ed oscuro, immagine dell'infausta catastrofe che trascinerà quelle creature. Oltre di ciò il quarto atto sta molto innanzi agli altri tre, anche per la invenzione e la bellezza de' canti; ed è lavoro perfetto e grandissimo.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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