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      E però troviamo nel detto verso le voci di bassi profondi, baritoni, tenori e contraltini. La nota pervenuta alla sua maggiore altezza ascensiva per effetto dell'intreccio di queste voci, discende di poi e si dilegua a grado a grado, il qual termine fioco addimostra la prostrazione di cuore che tien dietro all'affanno, e la preghiera sconsolata e sommessa. Di un altro espediente bellissimo giovossi il Mercadante in questo verso, dico di quelle voci or basse or acute, che ripetono interrottamente e sillabando la parola Miserere, ma, forse a cagione dell'esecuzione, venne impedito di renderlo e svilupparlo nella sua verità. Quella forma musicale io credo involgesse il gemere e il singhiozzare affannoso che fa il Popolo implorando misericordia, ma una sillaba avrebbe voluto essere divisa dall'altra con un taglio meno netto e più sfumato ne' passaggi, a fine di riuscire ad efficace effetto, ovvero per acquistare maggiormente il carattere dell'affanno, il quale svanisce quasi all'udire quella specie di colpi ripetuti. Io porto fede che una migliore esecuzione farebbe intendere meglio il bel pensiero del Maestro, e migliore diverrebbe l'esecuzione se quelle note venissero pronunziate con maggiore affanno e gradazione; e credo ancora che sarebbe di ragione l'astenersi dal ripeterle troppo, perché un pensiero musicale, per quanto sia bello, ingenera, non dico altro, monotonia col presentarsi a brevi intervalli e di sovente. Dal detto s'inferisce che il primo verso del Miserere può aversi come una stupenda creazione artistica, così per altri rispetti, come per esser ripieno di quella solennità e di quel vasto ondeggiare della religiosa gravità, che maravigliosamente convengono al soggetto.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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