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      Sul quarto versetto, ovvero il canto del basso, la melodia trovata dal Mercadante abbandona la dolcezza della precedente, e divien più seria. Ed in vero le parole non sono sì tenere come quelle con cui il peccatore chiede al Dio che ama e che ha offeso, la grazia di esser mondo del suo peccato. Da ciò segue ancora che il Mercadante ha benissimo adoperata per l'Amplius la dolce voce del soprano, e per l'Ecce enim quella grave del basso. Inoltre il Mercadante ha fatto accompagnare questo canto dal corno, che manda un suono sordo e affannoso, nel quale sembrami espresso un sentimento che il verso racchiude, ma che non esprime apertamente; onde sia lode al Maestro che colla sua profondità il seppe ricercare e sviluppare. Di fatti il peccatore che ricorda quanto fu generoso Iddio nel manifestargli i misteri occulti di sua Sapienza, sentesi umiliato dinanzi a tanta clemenza divina, e addolorato che peccando, ne demeritò. Il Mercadante mediante l’istrumento esprime assai bene il dolore.
      Il verso che segue è anch'esso posto in Musica con profondità. La forma del tempo sollecito con cui ha principio ne significa il contento che invade l'animo del peccatore, il quale si riconduce colla mente ai lieti giorni della sua vita, e tripudia sentendo di già scendere in lui il favore della grazia divina. E per verità i pentiti fortemente si consolano, imperocché hanno ferma opinione che Iddio li farà riavere della loro abbiezione, e che allora eglino saranno oltremodo felici. È poi di effetto assai bello il contrapposto tra il gaudio di questo cominciamento, e il modo con cui la Musica siede sull'espressione ossa umiliata.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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