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      Noi moderni abbiamo bisogno di veder noi stessi sulla scena, vogliamo assistere ai Drammi che nella vita svolgiamo ogni giorno, poi che pur diamo materia ad Arte, e fummo di già troppo pazienti nel vederci trascurati, incompresi, stimmatizzati col nome di prosastici, e nell'esser sempre e poi sempre spettatori della continua rappresentazione di Età decorse.
      Stando in sul discorso del Boccanegra cade in acconcio il dire ai cantanti, ch'eglino nelle condizioni attuali della Musica è mestieri imparino di più a comprendere il significato delle parole poetiche, e a renderle non pure coll'espressione nel canto, ma eziandio colla verità nell'azione. Cantar bene non è ripetere macchinalmente le note senza dare in errori tecnici, ma elevarsi a rappresentare drammaticamente il personaggio, ritornando a creare l'opera dell'Artista colla vita della esecuzione. In quella vece è vezzo di credere che cantar bene sia l'urlare a sproposito con voce secura. Io vorrei proporre di non concedere il posto di cantante se non a coloro i quali han fatto esperimento di sapere interpretare e declamare un componimento poetico, imperocché senza di ciò le opere drammatiche non troveranno il veicolo per commovere l'animo degli spettatori. Per questo difetto si dovrebbe levar la voce contro alla più parte de’ cantanti attuali, e non per la moneta che essi domandano; essendo questo ultimo fatto non mica un abuso, ma per contra una conseguenza del principio economico dell'offerta e della domanda. Tutti amano la Musica, molti sono i Teatri e pochi i cantanti egregi; onde siccome il valore cresce in ragion diretta della domanda e in ragione inversa dell'offerta, così il prezzo de' cantanti deve di necessità aumentare grandemente.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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