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      Ha addosso tutti i colori, la maschera sul viso. Non potrebbe, per la mutabilità dei suoi colori, esser un capo partito; un uomo di forti convinzioni politiche; magari un giornalista, il giornalista austero che dice aver sempre avuto una "sola" idea? E tutti già credono che esageri!
      Il giornalista X oggi prende una maschera, sotto cui nessuno lo riconosce: la Verità.
      I nostri più celebri tenori e attori si mascherano da Gruppo della Modestia.
      Chi riconoscerebbe l'uomo politico Y mascherato da Disinteresse, il letterato Z mascherato da Intelligenza? Arlecchino potrebbe darci, nella sua qualità di multicolore, un'idea dell'uomo politico, che si fa un'opinione in rapporto con la sua posizione sociale; ma, da vero eroe, ha per massima: - non temere di mutarla quante volte sarà necessario a migliorare tal posizione.
      Potrebbe darci la satira dell'uomo politico che per arrivare più presto al potere, ci arriva - a quattro gambe; di certi capi partito, unità che acquistano valore da molti zeri, che - alla Camera o altrove - si mettono loro accanto.
      Vi voglio spiegare l'idea nobilissima, che un mio amico, non arlecchino, aveva della equità politica: per lui era tutta raccolta nella seguente favoletta.
      Un contadino riunì tutti i suoi animali, più o meno domestici, e disse loro:
      ? Cari animali, vi ho riuniti per sapere con qual salsa vi debbo mangiare.
      Un pollo:
      ? Non vogliamo esser mangiati!
      Il contadino:
      ? Scusi, ma questo è un uscire dalla questione!
      Gli animali allora parlavano - come adesso: basta andar ad assistere alla discussione di un ordine del giorno, magari in una riunione di notte, per convincersene.


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L'epistolario d'Arlecchino
(Tristano Martinelli 1556-1631)
di Tristano Martinelli
Editore Bemporad Firenze
1896 pagine 61

   





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