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      ... Se lei non mi aiuta a scrivere due parole per mio conto a S. A. S. che mi lasci venire a Roma, o lasciarmi andare a Milano, io perdo duecento o trecento ducatoni, i quali sarebe un buono aiuto di costa per me....
     
      Due o trecento ducatoni! Un ducatone era uno scudo d'argento, equivalente oggi a sei franchi. In quel tempo, dunque, mille duecento, mille ottocento lire erano una buona somma, un buon aiuto di costa, per un grandissimo artista. Che differenza nel valore del denaro - e degli artisti!
      Ho riferito che sovrani e sovrane, in quei secoli, tenner spesso a battesimo i figliuoli de' nostri comici.
      Arlecchino sta per avere un secondo figlio: del primo ho già parlato: e scrive alla Regina di Francia che voglia tenerlo a battesimo.
      Peregrina è la lettera, in risposta, di Maria de' Medici.
     
      Arlecchino
     
      Ho inteso con piacere dalle notizie, che mi mandate, come vostra moglie, oltre il figlio che Dio v'ha dato per suo mezzo, sia incinta d'un altro. Per ciò vi dico che ho accettato volentieri la preghiera, che mi fate con la vostra lettera, di presentare al battesimo la creatura, di cui vostra moglie si sgraverà, scrivendo in proposito alla signora Ippolita Todra,... per rendere di costà cotesto buon ufficio in mio nome. Io vi rimetto la lettera e sono sicura che vi sarà gradita la scelta che ho fatto e resterò ben contenta di quella che avete fatto del mio nipote, il principe di Mantova, che lo presenterà.
     
      Non gli manda subito il regalo perchè, gli ripete, lo aspetta a Parigi.
     
      ....non l'ho differito che per darvelo in proprie mani e a questo effetto v'incarico e vi prego di riunire con voi una buona Compagnia di comici italiani e incamminarvi a questa volta il più presto, e, frattanto, io darò ordine di farvi recapitare il denaro per il vostro viaggio.


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L'epistolario d'Arlecchino
(Tristano Martinelli 1556-1631)
di Tristano Martinelli
Editore Bemporad Firenze
1896 pagine 61

   





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