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      L'aver Arlecchino mendicata l'autoritą di far lui la Compagnia non piace ad alcuno, et quando lui far la dovesse, alcun comico non anderebbe, sapendo che č troppo interessato.... Sģ che farą di bisogno, piacendole (e come č ironico quel piacendole, dopo il farą di bisogno: vero cervelletto autocratico di prima donna!) far che in nome di S. M. sia fatta commissione a Lelio et Florinda di far la Compagnia....
     
      E poi indica in qual sala vorrebbe recitare!
      Il Duca entra allora, chiamato in causa dal cardinale suo figlio, a occuparsi dell'affare; poichč gli affari di cui oggi si occupano gl'Impresari e i cosģ detti agenti, allora domandavano nientemeno che l'intervento di Sovrani. I Sovrani facevan da sč gli agenti teatrali. Come oggi molti uomini di Stato fanno da sč la parte di commedianti. Forse si deplora che manchino esperti commedianti al Teatro, poichč i migliori, i pił abili, sono tutti occupati nella politica.
      Gią anche fra due prime donne era sorto un dissidio.
     
      Nissuna cosa - scrive il duca al cardinal suo figliuolo - potrebbe commandare, o desiderare da me la Maestą della Reina, che non l'intraprendessi con tutto l'animo, ma il metter insieme una buona Compagnia di Comici, in questo tempo et in questa dissensione di Florinda et di Flaminia l'ho per impossibile, non che per difficile, havendone gią la prova, poichč, per quanto diligenze io habbia fatte, non ho potuto unirli, nč ridurli ad andare a servire il Re d'Ongaria nelle sue nozze, come desiderava, non ostante tutte le comoditą che se gli offrivano per parte di S. M. et mia.


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L'epistolario d'Arlecchino
(Tristano Martinelli 1556-1631)
di Tristano Martinelli
Editore Bemporad Firenze
1896 pagine 61

   





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