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      Altre strade dovevano, a maggior comodo dei viaggiatori e dei moltiplicati negozii, a traverso gli Appennini congiungere Savona ad Alessandria e Milano, Porto-Maurizio a Pieve, per cui s'apre l'andata in Piemonte, Genova ad Alessandria pel colle de' Giovi, e per Alessandria a Piacenza; un'altra, unendo Parma al golfo della Spezia, farebbe comunicare col mare i dipartimenti dell'Italia centrale incorporati alla Francia, e le cittą pił commercianti del regno.
      Quanto ai canali, s'era posto mente ad uno stupendo lavoro, qual era quello di unire per mezzo della Bormida il Mediterraneo all'Adriatico. Un magnifico canale, largo e profondo quanto bastasse al trasporto delle barche cariche di merci, partendo dalla Bormida poco sopra a Savona, avrebbe prima di tutto raggiunto il Tanaro presso Alessandria, e da quivi continuando fino al Po, portato il tributo delle sue acque a Venezia. Quest'ultima impresa massimamente, la quale aveva per fine principale di far comunicare per un brevissimo tratto di strada Venezia con Genova, si risguardava come feconda promettitrice d'importanti vantaggi al commercio di terra e di mare. Si attese da ultimo in tutte le province componenti il regno d'Italia a dividere quanta pił si potesse le proprietą territoriali col doppio intento di far scomparire i danni e gli abusi derivati nella societą dai fidecommessi, e di dare un maggiore sviluppo all'agricoltura, peggiorata per la negligenza dei corpi religiosi; laonde non pochi beni ecclesiastici o feudali, venuti ora in mano di chi sapeva migliorare la condizione loro e aumentarne i prodotti coll'opera della mano e coi migliori metodi dell'arte, davano speranza di presto riuscire ad insolita feconditą. Grandi e belli edifizii, che prima spettavano a' monasteri di frati o di monache, furono per tal guisa resi utili allo Stato, perchč destinati a lavori d'arti o d'industria; e cinque milioni di lire provenienti dalle rendite dei corpi religiosi soppressi si assegnarono al compimento della magnifica fabbrica del duomo di Milano, che da quattro secoli incirca rimaneva trasandata e imperfetta.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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