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      Incerta, confusa, disanimata non osò più Padova da quel punto nè mostrarsi nè alzar la voce, e si restrinse a meditar seco stessa ciò che fra tutte le città venete potesse aver procacciato a lei sola una distinzione così trista..... No, non vuole la sapienza della vostra giustizia che la colpa dei pochi divenga il supplizio di molti. Il mondo sarebbe troppo fortunato se possedesse una sola città, ove non fossero nè insensati nè tristi. No, la vera, la sana Padova non fu mai diversa da se nella divozione al vostro nome, nell'ammirazione del vostro genio: tutti i cuori dei veri cittadini, dei magnanimi, degli animosi, dei dotti, di qualunque infine non è volgo, dei quali solo è risultato la patria, in ogni tempo fur vostri. Essi vi accompagnarono dai primi passi della vostra carriera di gloria sino all'altezza di quel trono, ove solo al mondo v'innalzarono uniti in triplice lega valore, sapienza e virtù...... E quella Padova, di cui tanti cittadini in tempi d'ancora ambigua fortuna si esposero per la causa più nobile a vessazione e disonori, ora che già tutta Europa s'inchina riverente e pacifica al soglio del portento degl'imperatori e dei re, vorrebbe disonorare e tradire sè stessa col separarsi di spirito dalla grande e ognor più crescente famiglia italica? E quella Padova che è sede delle scienze, potrebbe mai tollerare, non che amare, altro governo che quello della ragione, della virtù, della gloria, nè far omaggi sinceri ad altri che a quello che verifica primo e solo la già supposta chimera dei filosofi, la perfezione regnante?


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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