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      Asserirono alcuni, che Napoleone già creato imperatore de' Francesi e re d'Italia, non più allora trattenuto, come ai tempi meno propizii del consolato, da' suoi particolari risguardi verso Roma ed il papa, e preoccupato anzi tutto da quel pensiero suo favorito di far cadere nella opinione dei popoli il prestigio della santa Sede, avesse intenzione di riunire un generale concilio di tutte le religioni sparse in Europa ne' paesi sottoposti alla sua autorità, disegnando egli allargare le credenze religiose degli uomini verso le dottrine più ragionate del protestantismo. Mancano le prove indubitate di tale asserzione; ma se veramente fu pensiero che surse a quel tempo in mente del gran capitano, e per ordine suo si agitò nelle consulte di Francia, noi non dubitiamo di affermare, che esso era per lo manco intempestivo quanto all'Italia, non essendo allora questa provincia al tutto spoglia della somma reverenza de' suoi antichi padri verso la sedia di Roma e la stessa persona del papa. Oltre di che, le dottrine del protestantismo tendono per loro natura alle massime larghe della democrazia, e Napoleone per genio proprio e per interesse si mostrò sempre inclinato alle regole più strette della monarchia. Ripugnava dunque, almeno in apparenza, l'animo dell'imperatore da ogni imprudente innovazione nelle materie religiose; e tutto in Italia governandosi a volontà di lui, e le opinioni degl'Italiani non essendo ancora tant'oltre trascorse che osassero così alla prima levarsi ad una independenza assoluta verso Roma, e toccare alla radice stessa dell'albero per sovvertire e distruggere, ma piuttosto inclinassero a recidere o correggere quello che d'illegittimo aveva l'ambizione degli ecclesiastici intromesso nella religione, nissuno stimerà possibile o almeno facile, che Napoleone volesse tentare in Francia e in Italia quello che aveva tentato ed era sì facilmente riuscito ad Arrigo ottavo in Inghilterra.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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